Toni viene portato via dal manicomio dallo scultore Andrea Mozzali, che lo ospita a casa sua a Guastalla per qualche tempo. In seguito, i soldati tedeschi giungono nel bosco e gli chiedono di diventare interprete per il loro esercito: Ligabue accetta, ma, dopo le critiche ricevute da uno dei soldati che non aveva gradito un ritratto che gli era stato fatto, il pittore reagisce sferrandogli in testa una battaglia: per questo, viene nuovamente rinchiuso in manicomio. Uscito di lì, vince il premio della Rassegna dei pittori della Bassa Reggiana e i suoi quadri diventano sempre più apprezzati e richiesti, tanto che viene allestita una sua mostra personale alla Galleria La Barcaccia di Roma. Rimasto vittima di una paresi, Ligabue si consuma in poco tempo e muore a Gualtieri nel 1965.